I giovani e l’imprenditoria rurale-montana

Solo tra il 2019 e il 2023, la popolazione in tali territori si è ridotta del 3%, mentre è rimasta stabile nelle aree prevalentemente urbane. Ancora più preoccupante è il dato sull’abbandono delle aree rurali da parte dei giovani (15-39 anni), che è pari al doppio (-6%).

Al di là delle difficoltà, tra gli elementi di attrazione positivi delle aree rurali si sottolinea la presenza di un diffuso patrimonio di fattori culturali, artistici, ambientali, paesaggistici e, soprattutto, enogastronomici che, se positivamente valorizzati, possono creare occupazione e attivare il coinvolgimento delle fasce più giovani della popolazione.

Gli strumenti nazionali di sostegno all’imprenditoria agricola giovanile agiscono in modo complementare a quelli comunitari previsti dalla PAC 2023-27 e contenuti nel Piano strategico italiano.

In particolare, i due interventi chiave sono il sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori, cui è destinato il 2% dei pagamenti diretti, pari a circa 352 milioni di euro per l’intero periodo di programmazione 2023-2027, e l’intervento di sviluppo rurale per l’insediamento dei giovani nelle imprese agricole, per il quale la spesa pubblica programmata nel quinquennio ammonta a circa 680 milioni di euro.

In riferimento a quest’ultimo intervento, le Regioni hanno avuto ampia discrezionalità nella scelta delle modalità di attuazione.

Sarà quindi importante monitorare i bandi regionali nei mesi a venire, in attesa che questi evidenzino le strategie regionali sul ricambio generazionale.

Complessivamente, l’impianto dell’intervento mette in luce alcune differenze, soprattutto per ciò che concerne l’ammontare del premio aziendale, i criteri di selezione e le modalità di gestione dell’intervento.

Se da un lato appare innegabile che le diversità, in alcune circostanze, possano rappresentare la migliore risposta all’esigenza di adattare l’intervento a contesti territoriali estremamente diversificati, dall’altro si registra come alcune scelte regionali avrebbero potuto essere più uniformi, soprattutto con riferimento a territori molto simili per morfologia e struttura agricola.

In conclusione. appare auspicabile che le politiche comunitarie e nazionali, nel sostenere il processo di ringiovanimento dell’agricoltura italiana, agiscano tenendo presente lo scenario complessivo, associando al necessario sostegno economico, misure strutturali in grado di incidere concretamente sulla scelta di partecipare ai processi produttivi agricoli da parte dei giovani.

(estratto Pianeta PSR – nr. 134/24)