Il “casaro”: una tradizione di famiglia

Luigi Campi, originario della Val di Non, da sempre attratto dalla tradizione contadina trentina e appassionato all’arte lattiero-casearia, ha trasformato queste passioni fin dalla giovane età nella sua ragione di vita.

Incurante dei sacrifici sottesi a questa professione ha iniziato il suo percorso professionale nel lontano 1981 nel Caseificio di casa, a Denno, dapprima come addetto e, successivamente, dopo lunga gavetta, quale responsabile della produzione assumendo l’ambita qualifica di “casaro”.

Anni duri e pieni di sacrifici dove la manualità e il proprio istinto rappresentavano gli unici strumenti a disposizione per ottenere un prodotto genuino e apprezzabile, ma densi di emozione e grande soddisfazione, dove il gradimento della gente comune per quanto giornalmente fatto e offerto loro costituiva il vero compenso.

Inconsapevolmente il “casaro” Luigi Campi ha contribuito ad esaltare la ruralità montana del Trentino e a diffondere le prelibatezze lattiero casearie che solo queste vallate sanno regalare e che in poco tempo hanno invaso le più prestigiose tavole italiane.

Ma come tutte le arti, per la loro sopravvenienza è indispensabile tramandarle ai posteri che, in questo caso, sono stati i propri figlioli: Walter e Paolo, attualmente, responsabili della produzione, rispettivamente, del Caseificio Sociale di Predazzo e Moena e di quello della Val di Fiemme di Cavalese.

Anch’essi condizionati delle positive sensazioni trasmesse dal genitore e “maestro”, sono stati letteralmente attratti da questo mestiere, immergendosi nei segreti dello stesso fin dall’età adolescenziale.

I discepoli hanno superato il docente?

Difficile dirlo e la domanda sarà destinata a restar senza risposta, ma sicuramente tutti hanno apportato al settore un valore aggiunto, facendo propri non solo gli insegnamenti del papà, ma anche l’esperienza maturata nello specifico ambito, con particolare attenzione allo sviluppo di una tecnologia dedicata che, nel tempo, ha contribuito a rendere migliori le referenze di volta in volta sviluppate.

Sicuramente oggi la tradizione lattiero casearia trentina sarebbe meno prestigiosa senza l’apporto di questa famiglia che della produzione di formaggi ne ha fatto una vera e propria ragione di vita e a loro deve esser rivolto un grande ringraziamento per quanto fatto, consapevoli della potenzialità ancora in grado di esprimere a vantaggio del comparto.